Denominazione progetto: Buoni e Cattivi – Progetto di promozione del teatro in classe.
Responsabile progetto: Insegnante Cristina Bizzarri.
Obiettivi: Fornire a docenti e allievi (attraverso l’esperienza) strumenti mutuati dal processo di creazione ed elaborazione teatrale per problematizzare la realtà e riproporla in modo da suscitare discussione, sorpassando le scorciatoie cognitive. Replicare in un contesto scolastico l’uso dei sopracitati strumenti, applicati a situazioni tipiche del contesto scolastico e ad argomenti trattati nelle diverse materie d’insegnamento. Favorire l’interazione tra classi creando occasioni di confronto in cui gli studenti possano presentare il proprio lavoro e allo stesso tempo criticare il lavoro altrui. Ideazione di un metodo didattico replicabile che permetta, in un contesto scolastico, l’analisi di situazioni complesse attraverso l’uso di strumenti teatrali.
Beneficiari del Progetto: 4 classi di scuola primaria, 4 classi di scuola secondaria di primo grado.
Finalità: Spesso l’ambiente che ci circonda tende a indurci una divisione semplificata in “buoni e cattivi” dove solitamente “buoni” siamo noi e “cattivi” gli altri. I condizionamenti sociali, gli stereotipi, i media, spesso ci aiutano a confermarci nelle nostre convinzioni:
- Buoni sono i piatti cucinati dalla mamma (e purtroppo solo ogni tanto anche dal babbo); cattivi i cibi esotici, che utilizzano ingredienti sconosciuti e sospetti;
- Buoni sono i compagni di giochi, di compagnia, di classe: cattivi sono i ragazzi della contrada accanto, della banda nemica, o quelli delle altre classi;
- Buoni sono i tifosi della nostra squadra, di cui amiamo ascoltare e condividere le urla; cattivi sono gli identici tifosi di tutte le altre squadre che non vogliamo ascoltare e con i quali al dialogo preferiamo gli insulti e magari qualche robusto cazzottone;
- Buoni sono i nostri connazionali le cui parole capiamo facilmente e di cui sappiamo “ascoltare” intonazioni, espressioni, smorfie; cattivi sono quei “musi” che ci appaiono torvi o infidi nei loro sorrisi, che emettono suoni a noi incomprensibili, con cui sembra impossibile dialogare.
- Buono è in genere chi ci ascolta e che sappiamo ascoltare, con cui sappiamo aprire un dialogo. Cattivo è chi non ci ascolta e chi non vogliamo ascoltare, con cui non vogliamo, e spesso non riusciamo ad accendere un dialogo.
SCUOLA e TEATRO sono, nei loro specifici, due antidoti fondamentali a questa semplificazione del mondo in Buoni e Cattivi. La prima perché è solo attraverso la conoscenza, la curiosità, l’esplorazione che riusciamo a guardare con occhi diversi e più aperti l’altro, le altre culture, le differenze di pensiero, esperienza, abitudini; il secondo perché è nella sua stessa natura e funzione il porsi come voce critica, come strumento per il dubbio. Il teatro, fin dalle più antiche tragedie della Grecia arcaica, sonda e scandaglia gli animi dei “buoni” e dei “cattivi” mostrando il cattivo nei primi e il buono nei secondi, giocando sul confine come il funambolo sul filo: la fredda crudeltà dell’eroe Amleto e la commovente disperazione dell’oscura Lady Macbeth. Nel creare un progetto di forte interazione fra scuola e teatro e di uso del mezzo teatrale nel percorso educativo scolastico abbiamo voluto partire proprio da questo forte valore comune: il superamento della barriera, spesso stereotipata che divide il mondo in Buoni e Cattivi.
Metodologia: Due sono quindi gli aspetti che il progetto deve tenere in considerazione: l’approccio teatrale e la circuitazione-condivisione dei processi e dei risultati. Approccio teatrale: Come accennato nelle premesse, consideriamo due elementi essenziali dell’esperienza teatrale il DIALOGO e l’ASCOLTO. Entrambi, naturalmente, in senso figurato, intendendo con essi il rapporto dinamico fra le parti di un’insieme in azione e la capacità di ogni elemento di mettersi in relazione con gli altri. In sostanza, oltre che con la voce, un dialogo si può manifestare con gli sguardi, con i gesti, le azioni, con la reciproca posizione nello spazio; così come l’ascolto non avviene solamente attraverso gli organi uditivi, ma anche percependo le atmosfere, l’energia, le emozioni. La metodologia applicata quindi, mira a incentivare nel gruppo la capacità di relazione e di costruzione collettiva, spingendo, al contempo, ogni singolo partecipante a mettersi in gioco divenendo parte attiva della dinamica complessiva. Attraverso esercizi di training, giochi relazionali, improvvisazioni, fasi di elaborazione collettiva e a gruppi, momenti di riflessione e autovalutazione, il gruppo e i suoi singoli componenti saranno stimolati a prendere coscienza delle proprie possibilità di elaborazione, imparando allo stesso tempo i limiti che ognuno deve autoimporsi per mantenere vivo il gioco collettivo. In questo ambito di lavoro il tema prescelto dal gruppo diviene la base di un confronto collettivo su cui mettere in gioco istanze, sentimenti, punti di vista e su cui elaborare una visione collettiva condivisa dal gruppo. Un secondo aspetto metodologico connesso all’approccio teatrale è quello della “formalizzazione”; la formalizzazione non è solo la confezione finale di presentazione di un prodotto, ma un processo complesso nel quale l’humus indefinito di idee, sensazioni, punti di vista ed emozioni, emerso durante la fase di ricerca trova un proprio ordine e con ciò un proprio senso. Il progetto prevede un ampio spazio dedicato a questo aspetto: in primis la visione dello spettacolo “Il Soldato”, realizzato da Centrale dell’Arte, una compagine professionale che agisce nell’ambito della produzione teatrale nazionale, consentirà di stimolare nei ragazzi una riflessione critica sulle scelte sceniche, registiche, interpretative, etc. della compagnia; e in un secondo tempo, il tutoraggio di esperti, permetterà ai gruppi di tradurre in messinscena quanto emerso nel loro lavoro preliminare. Anche in questo caso, ovviamente, l’approccio sarà laboratoriale e mirerà a stimolare nei partecipanti scelte autonome e modalità realizzative di loro invenzione.
Condivisione interclasse: Il lavoro interclasse non è solo un’occasione di conoscenza e di collaborazione allargata. È, anzi, un elemento strettamente strutturale del progetto, poiché spesso proprio dalle difficoltà di comunicazione con l’altro nascono quegli stereotipi che partecipano alla nostra suddivisione del mondo in “Buoni” e “Cattivi”. Oggi la tecnologia offre molteplici possibilità di collaborazione a distanza. Social network, blog, chat, video-chat, conference call, streaming, etc. sono tutti potenziali sistemi per condividere in tempo reale e a distanza eventi, momenti di incontro, idee, elaborazioni. Potenzialmente, quindi, il nostro universo relazionale potrebbe allargarsi esponenzialmente, offrendoci occasioni di scambio fino a pochi anni fa impensabili. E, nonostante oggi la maggior parte dei ragazzi utilizzi quotidianamente una buona quantità di questi strumenti (e con un notevole know-how), ciò nonostante la modalità comunicativa prevalente è quella dell’autorappresentazione narcisistica di cui tuttalpiù si chiede una valutazione (il fatidico “mi piace” da spuntare sui social). Riprendendo i concetti cardine del progetto – dialogo e ascolto – la nostra idea è di utilizzare queste opportunità tecnologiche come reale occasione di scambio, di confronto, di costruzione collettiva a distanza.
Le tecnologie della chat e della web-cam (e le loro relative piattaforme) saranno quindi utilizzate non per mostrare agli altri le proprie elaborazioni, ma per creare insieme, stimolando ad esempio compiti ed attività che debbano essere svolti da gruppi a distanza, in tempo reale, durante gli incontri e alla presenza degli operatori che faranno da tutor per garantire un reale scambio. Per questo il progetto prevede la dotazione alle classi di web-cam evolute e la creazione a priori di una piattaforma di interscambio che consenta di sviluppare le attività in un ambiente virtuale protetto. Inoltre, nella fase conclusiva del progetto – quella dell’elaborazione da parte di ogni classe di una piccola performance, il progetto prevede un’interazione fra gruppi classe, l’uno impegnato a raccontare, attraverso una presentazione video-narrativa, il “prodotto” dell’altro.
Durata:
Fase preliminare: Incontro con gli insegnanti per condividere le premesse, obiettivi e metodologia. Definizione insieme ai docenti dei temi sui quali lavorerà ogni singola classe, a partire da alcuni macro assi: socio-politico (Israele-Palestina, Isis-Occidente), storico (Romani-Barbari, Cristiani-Ottomani, Greci-Persiani), mitico (Achei-Troiani, Ebrei-Egiziani), interpersonale (dinamiche in classe, bullismo). Abbinamento delle scuole per lo scambio di esperienze durante il percorso.
Attivazione del blog del progetto: Attraverso l’uso di un blog, studenti, docenti e formatori potranno condividere e archiviare materiale, commentarlo e diffonderlo. Inoltre la piattaforma servirà per ospitare gli eventi tra classi, trasmessi in streaming.
Durante il percorso, questo strumento permetterà non solo l’interazione tra i partecipanti, ma anche la diffusione del progetto verso le famiglie, altri docenti e studenti di altre classi e/o scuole. Alla fine del progetto, il blog sarà la testimonianza del percorso vissuto dalle classi, dai docenti, dalla compagnia teatrale. Il materiale didattico prodotto (schede, materiale scritto, bibliografie, video, immagini, ecc) sarà rilasciato con licenza creative commons, come incoraggiamento ad adottare il metodo presentato nel blog.
1° Fase: Laboratorio teatrale (generico) di indagine sul tema scelto e di approccio al teatro, Lavoro degli insegnanti di approfondimento del tema. Attività di scambio fra le classi accoppiate.
2° Fase: Presentazione del testo “Il Soldato” agli studenti con incontri di approfondimento (per le classi di scuola elementare sono previste letture attinenti al testo originale). Approfondimento e inquadramento curricolare del tema Resistenza.
3° Fase: Visione dello spettacolo Il Soldato (per le classi di scuola elementare è prevista solo una lettura del testo adattata in classe). Momento di dibattito con gli attori e il regista. Condivisione delle impressioni (sul blog). Approfondimenti degli insegnanti.
4° Fase: Elaborazione della propria interpretazione autonoma in base al tema prescelto. Scambio multimediale Tutoraggio di esperti dei vari campi (luci, musica, scene, costumi). Creazione incrociata fra le classi del making of dei relativi spettacoli (gli spettacoli tipo esercizi di stile devono avere durata di pochi minuti).
5° Fase: Restituzione a scuola. Montaggio del making of da parte della classe partner. Kermesse conclusiva a scuole riunite (in un unico teatro). Presentazione dei making of come film integrale.
Risorse umane: I docenti dei quattro IC interessati nel progetto; Centrale dell’Arte – centraledellarte.it; EDA Servizi – edaservizi.it.
Monitoraggio e valutazione: Materiali prodotti dai gruppi di lavoro. Monitoraggio delle ore dedicate alle attività laboratoriali. Analisi e valutazione degli esiti relativi alle competenze disciplinari e metacognitive. Monitoraggio della partecipazione alla ricerca-azione e alla formazione da parte dei docenti.